Il desiderio e la voglia di fare sempre meglio
All’incirca ottanta anni fa Giuseppe Greco scriveva che non si può avere la presunzione di insegnare il lotto agli altri se non lo si conosce profondamente, come pure se vige una mentalità cabalistica rigidissima che prima ancora dei giocatori lega chi dovrebbe fare opera di divulgazione corretta e intelligente.
Un giocatore pratica il lotto più volentieri se sa perché ha fatto determinate scelte, diversamente da un tentativo all’altro senza costrutto prima o poi finisce per stancarsi e tutt’al più si limita a qualche puntata saltuaria, fatta senza convinzione.
Il Greco scrisse sul Calcolo Vincitore delle pagine molto belle che tuttavia non ebbero abbastanza seguito (si firmava Gi-Gi), anche perché all’epoca ogni apertura meritevole di attenzione veniva offuscata da una massa di quel fumo nero che per tanto tempo molti hanno buttato negli occhi di quanti cercavano e desideravano sapere sempre di più.
La qualcosa era giustificata, perché se certi giochi li avevano “inventati” i matematici dovevano pur avere una base di studio molto serio, cosa che aveva iniziato a dimostrare il Da Fiorenza con quelle sue statistiche che all’epoca persero valore perché prive di una base matematica e di quella onesta e corretta divulgazione che meritavano. (segue a pagina 2)
