Elisabetta era la figlia del giusto e pio Andrea II, re d’Ungheria, la nipote di Santa Edvige e la sorella del virtuoso Bela IV, re d’Ungheria, che divenne il padre di Santa Cunegonda e di Santa Margherita d’Ungheria, un Suora domenicana. Un altro dei suoi fratelli era Coloman, re di Galizia e principe di Russia, che condusse una vita angelica tra i molteplici affari del mondo e le difficoltà della guerra.

È stata promessa in tenera età a Louis, Langravio di Turingia, ed è stata allevata dall’età di quattro anni alla corte di suo padre. Non avrebbe mai potuto sopportare di adottare gli ornamenti della corte per uso personale, e si compiaceva solo della preghiera. Avrebbe rimosso la sua corona reale quando fosse entrata in chiesa, dicendo che era alla presenza del Salvatore che indossava una corona di spine. Crescendo, ha impiegato i gioielli offerti a beneficio dei poveri. Non contenta di riceverne un numero ogni giorno nel suo palazzo e di alleviare tutti i sofferenti, costruì diversi ospedali, dove lei stessa servì i malati, lavandoli, nutrendoli, medicandone le ferite e le ulcere. I parenti del fidanzato cercarono di impedire il matrimonio, dicendo che era adatta solo per un convento;

Una volta, mentre portava tra le pieghe del mantello alcune provviste per i poveri, incontrò il marito di ritorno dalla caccia. Stupito di vederla piegarsi sotto il peso del suo fardello, aprì il mantello e non vi trovò nient’altro che bellissime rose rosse e bianche, anche se non era la stagione dei fiori. Le disse di continuare per la sua strada e prese una delle meravigliose rose, che conservò per tutta la vita. Non ha mai smesso di edificarlo in tutte le sue opere. Una delle sue dodici eccellenti massime cristiane, con cui regolava tutta la sua condotta, era: Ricorda spesso che sei opera delle mani di Dio e agisci di conseguenza, in modo tale da essere eternamente con Lui.

Quando il suo pio giovane marito morì in Sicilia mentre si recava a una crociata con l’imperatore Federico, fu crudelmente cacciata dal suo palazzo da suo cognato. Quelli che aveva aiutato non le mostravano altro che freddezza; Dio doveva purificare il suo santo con dure tribolazioni. È stata costretta a vagare per le strade con i suoi bambini piccoli, in preda alla fame e al freddo. Il vescovo di Bamberg, suo zio materno, alla fine costrinse il crudele principe a chiedere perdono per il suo maltrattamento, ma lei rinunciò volontariamente alle grandiosità del mondo e andò a vivere in una piccola casa che aveva preparato nella città di Marburgh . Lì praticava le più grandi austerità. Ha accolto con favore tutte le sue sofferenze e ha continuato ad essere la madre dei poveri, distribuendo tutta l’eredità che alla fine le è stata concessa e convertendo molti con la sua vita santa.

Riflessione: questa giovane e delicata principessa si è fatta serva e nutrice dei poveri. Il suo esempio ci insegni a ignorare le opinioni del mondo ea superare la nostra naturale esitazione, per servire Cristo nella persona dei suoi poveri.