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San Saba il Santo del giorno per il 5 dicembre

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Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Vite da emulare, da capire e da fare proprie, per cercare di raggiungere quegli obiettivi cristiani con cui il catechismo ci ha indottrinato.

Si è portati, leggendo, a riflettere su quei comportamenti che comunemente, nella vita di tutti i giorni, abbiamo e a cui non facciamo caso, ma che altri vedono anche a nostra insaputa.

Tramite alcuni software di numerologia, per ciascuno dei Santi di  cui giornalmente è raccontata la vita, sono calcolati dei numeri da utilizzare come meglio riterrete opportuno.

                                  

San Saba il Santo del giorno per il 5 dicembre

 
San Saba

San Saba, uno dei patriarchi più rinomati dei monaci di Palestina, nacque nell’anno 439, vicino a Cesarea. All’età di quindici anni, in assenza dei genitori, soffrì sotto la condotta di uno zio, e stanco dei problemi del mondo decise di abbandonare il mondo ed entrare in un monastero non lontano dalla sua casa di famiglia. 

Dopo aver trascorso dieci anni nella vita religiosa, i suoi due zii e i suoi genitori tentarono di convincerlo a lasciare il monastero in cui era emigrato in Palestina. Lui rispose: Vuoi che sia un disertore, lasciando Dio dopo essermi messo al suo servizio? Se coloro che abbandonano la milizia dei re terreni sono severamente puniti, quale castigo non meriterei se abbandonassi quello del Re del cielo?

Quando aveva trent’anni, desiderando una maggiore solitudine, iniziò a vivere una vita angelica così al di sopra della natura che sembrava non avere più un corpo. Il giovane saggio, come era chiamato da sant’Eutimio, abate di un monastero vicino, abitava in una caverna su una montagna vicino a Gerusalemme, dove pregava, cantava salmi e tesse cesti di rami di palma. 

Aveva quarantacinque anni quando iniziò a dirigere quelli che venivano a vivere da eremiti, come fece lui, e diede a ciascuno di loro un posto dove costruire una cella; presto questo fu il più grande monastero della Palestina. Ha lasciato la regione quando alcuni agitatori si sono lamentati di lui, perché si considerava incapace di mantenere una buona disciplina. 

Il patriarca di Gerusalemme, Sallustus, non ha dato facilmente credito alle lamentele, e invece ha ordinato sacerdote Sabas, affinché potesse celebrare la messa per i suoi discepoli, perché erano stati scontenti della sua mancanza di desiderio per quell’onore. A quel tempo aveva cinquantatré anni. Il Patriarca lo ha presentato loro come il loro padre, a cui devono obbedire e onorare, e lo fece Superiore di tutti i monasteri della Palestina. Ma diversi monaci rimasero ostinati e San Saba si recò di nuovo altrove, in una caverna vicino a Scitopoli.

Con il passare degli anni fu a capo di sette monasteri; ma la sua influenza non era limitata alla Palestina. Le eresie che affliggevano la religione venivano sostenute dall’imperatore di Costantinopoli, che aveva esiliato il patriarca cattolico di quella città, Elia. San Saba convertì colui che aveva sostituito Elia e scrisse all’imperatore che avrebbe dovuto cessare di perseguitare la Chiesa di Gerusalemme e di imporre tasse alle città della Palestina che non erano in grado di pagare. 

In effetti, le persone erano ridotte a una miseria estrema. L’imperatore morì poco dopo e il pio Giustino lo sostituì. Giustino restaurò la vera fede con un editto e richiamò gli esiliati, ristabilendo i prelati esiliati nelle loro sedi.

Quando San Saba aveva novantuno anni, fece il lungo viaggio a Costantinopoli per chiedere a Giustiniano, successore di Giustino, di non agire con severità contro la provincia della Palestina, dove si era verificata una rivolta per non sottomissione di un gruppo di Samaritani. 

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L’imperatore lo onorò altamente e desiderò dotare i suoi monasteri di ricchezza, ma il santo Patriarca gli chiese di usare le ricchezze che offriva per costruire un ospizio per pellegrini a Gerusalemme, per decorare la Chiesa incompiuta della Beata Vergine, per costruire una fortezza dove i monaci potevano rifugiarsi quando i barbari invasero la terra e, infine, ristabilire la predicazione della vera fede, con editti che vietavano i vari errori che si propagavano. Il santo abate visse fino a novantadue anni e morì nel 531, tra le braccia dei monaci del suo primo monastero.

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