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Il santo del Giorno: 28 giugno

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Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Il Santo del giorno

28 Giugno

Nome: IRENEO

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S. IRENEO
Vescovo e Martire (130-202)

 

Originario dell’Asia minore, nato a Smirne verso il 130, venne educato dal Vescovo della città S. Policarpo, discepolo dell’Apostolo ed evangelista S. Giovanni: attraverso di lui, Ireneo ricollega la sua azione alla Tradizione apostolica, diventandone fedele assertore, contro ogni tentativo di stravolgerla.

Si può dire che egli sia il primo teologo della Chiesa, l’uomo della Sacra Scrittura e della Tradizione, attestata dai Vescovi del mondo in comunione di fede e di azione con il Vescovo di Roma, il Papa. Lasciata l’Asia minore, abitò a Lione dove divenne sacerdote.

Fu mandato a Roma ad offrire, da uomo dotto e fedele qual’era, i suoi consigli sul modo di risolvere l’eresia di Montano, un prete della Frigia. Nel frattempo a Lione, era morto, vittima della persecuzione di Marco Aurelio, il Vescovo S. Fotino.

Ireneo fu chiamato a succedergli come Vescovo (177). Si trovò subito ad affrontare, in casa propria, i sincretisti e gli gnostici, che svuotavano dall’interno, la realtà del Figlio di Dio incarnato e fatto uomo.

Ireneo, nella sua predicazione, nei suoi libri (Adversus haereses), in tutta la sua azione, con stile di fortezza e carità, eminentemente positivo, affermò la realtà del Cristo storico, sommo rivelatore del Padre e unico Salvatore del mondo, il medesimo Cristo predicato dalla Chiesa.

Tutto deve essere risolto in comunione con il Papa di Roma, a causa dell’autorità unica proveniente dalla successione all’Apostolo Pietro, al quale Cristo ha conferito il primato su tutta la Chiesa. Fedele al suo nome (Ireneo = Pacifico), esercitò intensa opera di mediazione tra l’Oriente e Roma.

La sua influenza si estese assai al di là della sua diocesi e il prestigio gli venne dalla forte testimonianza di dottrina, di fede, di vita interamente offerta, sino alla morte, in olocausto d’amore per Cristo. E’ venerato come martire, ma potrebbe essere altresì onorato come “dottore della Chiesa”.

Morì martire nel 202 e il suo culto è diffuso sia in Occidente che in Oriente. Luminosa la sua affermazione: “Gloria di Dio è l’uomo vivente, ma vita dell’uomo è la gloria di Dio”.

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