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San Carlo Borromeo Santo del giorno per il 4 novembre

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Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Vite da emulare, da capire e da fare proprie, per cercare di raggiungere quegli obiettivi cristiani con cui il catechismo ci ha indottrinato.

Si è portati, leggendo, a riflettere su quei comportamenti che comunemente, nella vita di tutti i giorni, abbiamo e a cui non facciamo caso, ma che altri vedono anche a nostra insaputa.

Tramite alcuni software di numerologia, per ciascuno dei Santi di  cui giornalmente è raccontata la vita, sono calcolati dei numeri da utilizzare come meglio riterrete opportuno.

 

San Carlo Borromeo Santo del giorno per il 4 novembre

Cardinale Vescovo di Milano

Martirologio Romano: Memoria di San Carlo Borromeo, vescovo, che nominò cardinale dallo zio materno, papa Pio IV, ed eletto vescovo di Milano, era in questa sede un vero pastore fedele, preoccupato per le esigenze della Chiesa del suo tempo, e per la formazione del clero convocò sinodi ed eresse seminari, visitò più volte tutta la sua diocesi per promuovere costumi cristiani e diede molte norme per il bene dei fedeli. È passato nella patria celeste nella data di ieri (1584)

Data di beatificazione: nell’anno 1602 da Papa Clemente VIII
Data di canonizzazione: 1 novembre 1610 da Papa Paolo V

Etimologicamente: Carlos = Colui che è dotato di nobile intelligenza, è di origine germanica

Breve biografia: La gigantesca statua a lui dedicata dai suoi concittadini ad Arona, sul Lago Maggiore nel nord Italia, esprime molto bene la grande statura umana e spirituale di questo santo attivo, benefattore e impegnato in tutti i campi dell’apostolato cristiano.

Nacque nel 1538. Nipote di Papa Pio IV, fu creato cardinale diacono quando aveva solo 21 anni. Lo stesso Papa lo ha nominato Segretario di Stato, essendo il primo a ricoprire questa carica in senso moderno. Pur rimanendo a Roma a dirigere gli affari, ebbe il privilegio di poter amministrare da lontano l’Arcidiocesi di Milano.

Alla morte del fratello maggiore rinunciò definitivamente al titolo di conte e alla successione, preferendo essere ordinato sacerdote e vescovo a 24 anni. Due anni dopo, con la morte di papa Pio IV, Carlos Borromeo lasciò definitivamente Roma e fu accolto trionfalmente presso la sede episcopale di Milano, dove rimase fino alla morte, a soli 46 anni.

In una diocesi che riuniva i popoli di Lombardia, Venezia, Svizzera, Piemonte e Liguria, Carlos era presente ovunque. Il suo scudo portava un motto di una sola parola: “Humilitas”, umiltà. Non è stata una semplice curiosità araldica, ma una scelta precisa: lui, nobile e ricco, si è privato di tutto e ha vissuto a contatto con la gente per ascoltarne i bisogni e le confidenze. Era chiamato “padre dei poveri” e lo era nel pieno senso della parola. Ha utilizzato tutti i suoi beni nella costruzione di ospedali, ospizi e case di formazione per il clero.

Ha promesso di attuare le riforme suggerite dal Concilio di Trento, di cui è stato uno degli attori principali. Animato da un sincero spirito di riforma, impose una rigida disciplina al clero e ai religiosi, senza preoccuparsi delle ostilità che si andavano formando in chi non voleva rinunciare a certi privilegi che la vita ecclesiastica e religiosa offriva. È stato bersaglio di un attacco mentre pregava nella cappella, ma è rimasto illeso, perdonando generosamente il suo aggressore.

Durante la lunga e terribile epidemia scoppiata nel 1576, si recò in ogni angolo della sua diocesi. Ha usato tutte le energie e la sua carità non conosceva limiti. Ma la sua natura robusta dovette cedere sotto il peso di tanta fatica. Morì il 3 novembre 1584. Fu canonizzato nel 1610 da Papa Paolo V.

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