Milano

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A Milano il gioco del lotto non si può certo dire che abbia avuto vita facile. Una serie infinita di divieti, si alternò a concessionistoria del lotto straordinarie, “grida” che lo vietavano, si anteposero ad editti che lo regolamentavano. Del resto a far chiarezza sulla materia non ha contribuito la frequente alternanza del potere che in poco più di due secoli ha visto passare per le vie di Milano prima la dominazione spagnola, poi quella austriaca, poi quella francese, poi di nuovo quella austriaca, ed infine quella piemontese.

Sembra comunque certo che il gioco del lotto a Milano fu introdotto al principio del XVII secolo. E’ quanto testimonia l´autorevole storico del gioco del lotto, Petitti di Roreto. E’ assai probabile, se non proprio certo, che il gioco si sia diffuso nell´area del capoluogo lombardo facendo riferimento alle estrazioni del già famoso “Giuoco del Seminario” che si svolgeva a Genova.

A confermare l´origine genovese del lotto milanese starebbe la “grida” del 4 febbraio 1644 che appunto vietava, in verità senza troppo successo, l´introduzione da Genova del “Gioco del Seminario”.

Interessante notare come il divieto fosse dettato dal fatto che – come si legge nella “grida” – il gioco non era “libero, e sincero, ma fraudolento, o almeno facile è cagionar’.  Basta con i capitali all’estero inganni, e pernicioso al ben pubblico, perciòchè inclinandosi molti inesperti della plebe, e donnicciuole con la speranza vana del guadagno ad entrar nel giuoco, vanno in esso dispensando, e consumando quello, che dovrebbe servire per il sostento delle case loro”.
Eppure, nonostante il divieto, il gioco continuò a crescere in clandestinità tanto che il 2 luglio 1665 il Governatore della città di Milano fu “costretto” a concedere per 20 anni a tal Giovanni Battista Via la concessione del gioco in cambio della metà degli utili. Anche Milano aveva ormai capito che il lotto poteva trasformarsi per le casse dello Stato in una formidabile “macchina fabbrica-soldi”. Eppure, nonostante la concessione, il gioco ufficiale stentò a decollare tanto che fu necessario procedere all´assegnazione di successivi appalti a diversi gestori per ottenere il sospirato guadagno da distribuire all´erario.
Guadagno che per non dovette essere mai così esaltante se nel 1688 il governatore spagnolo fu costretto a tornare sui suoi passi, revocando l´autorizzazione del gioco e rendendolo di fatto illegale. Il gioco naturalmente continuò a pieno ritmo, con la sola differenza che i giocatori, invece di scommettere sul lotto di Milano, puntavano su quello di Genova. E che questo sia accaduto realmente n’è prova l´impennata degli introiti registrati in quegli anni dal gioco nella vicina repubblica ligure.

Dopo un infruttuoso tentativo di vietare la raccolta del “Gioco del Seminario” che si svolgeva a Genova (1696), il 27 Marzo 1696 il Governatore di Milano pose rimedio a questa “fuga di capitali all´estero”, concedendo la privativa della raccolta del gioco di Genova sulla piazza di Milano ad una sola persona, tal Francesco Ripamonti, in cambio di ben 40.000 lire annue.

Il risultato dell´operazione dovette essere del tutto fallimentare se qualche anno dopo nel 1698 il governatore decise di revocare “qualonque permissione, e toleranza da qui adietro concessa di poter esercire, è far’esercire in questo Stato detto Giuoco chiamato del Seminario all´uso di Genova proibendo espressamente ad ognuno il tener’aperte Botteghe, Luoghi per giuocare detto giuoco”. Il divieto venne ulteriormente sancito nel 1700 quando la “grida” del 10 febbraio confermò il divieto assoluto di prendere parte al gioco del Seminario di Genova stabilendo “la confiscazione immediata dei beni, quella ancora di tre tratti di corda in pubblico e sei anni di galera”. Per dare ancora maggiore incisività all´azione repressiva il legislatore arrivò a promettere “all´accusatore, di più del segreto, il premio della metà della suddetta confiscazione”.

storia del lottoDi fronte alla continua crescita del lotto illegale era comunque gioco forza che le autorità tornassero sui loro passi. Il 18 maggio 1702 il Principe Carlo Enrico di Lorena, a nome di Sua Maestà Filippo V, re di Spagna, concesse ad un unico appaltatore la facoltà di organizzare due estrazioni all´anno. Nel 1706 il passaggio dei poteri dall´amministrazione spagnola a quella austriaca non turbò il regolare svolgimento del gioco. Anzi il governo d’oltralpe puntò ad un suo organico sviluppo. Così a fianco alla raccolta delle giocate per il Gioco del Seminario di Genova, l´amministrazione asburgica volle impiantare un lotto tutto milanese. Con un editto del 22 dicembre 1768, Maria Teresa d’Austria fissò nuove regole, concedendo la licenza alla famiglia Minonzi dietro il pagamento di un canone annuo di 150.000 lire e prevedendo la partecipazione agli utili della Regia Camera per un terzo.

L’editto stabiliva che fossero svolte 11 estrazioni l´anno mediante l´imbussolamento di 90 numeri. Contestualmente era anche concessa la licenza di raccolta del “Gioco del Seminario” di Genova. A partire dal 1784 il gioco del lotto venne gestito direttamente dalla Regia Camera e fu stabilita a favore dell´erario la cifra di 227.000 lire annue, pari al canone dell´ultimo appalto. Il rimanente delle entrate venne destinato alla costruzione di nuove scuole. In realtà questa disposizione non fu rispettata poiché quell´anno il Municipio di Milano dovette provvedere all´illuminazione notturna della città in compenso per ogni estrazione furono prelevate 5 doti da 50 lire ognuna da destinarsi a cinque ragazze da marito.

Nel 1787 queste doti furono destinate ad operaie delle manifatture di seta allo scopo di promuovere tale settore. Il numero delle estrazioni salì a 26, di cui tredici si svolgevano a Milano e tredici prendevano come riferimento i numeri estratti a Torino. A Milano, come in altre città, si stabilirono limiti di gioco e si adottarono alcuni sistemi diretti a limitare le spese eccessive per le vincite, come ad esempio il controllo delle giocate elevate (il “castelletto”) o addirittura il divieto per i ricevitori di accettare ulteriori puntate su determinati numeri. Con l´invasione napoleonica il lotto milanese restò sostanzialmente invariato anche se le tariffe vennero allineate alla “lotteria imperiale” in uso in Francia.

Nel 1817, dopo la caduta di Napoleone a Waterloo, l´imperatore Francesco I tornato sul trono del regno lombardo-veneto, emanò un decreto con cui regolamentò in maniera organica l´intera materia. A seguito della vittoria nella battaglia di Villafranca, le truppe piemontesi conquistarono definitivamente il regno ed il lotto di Milano confluì prima in quello di Torino e poi in quello italiano.

Fonte: http://www.sognolotto.it/press/

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