Genova

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Genova, il giuoco del Seminajo

Genova, il Lotto nasce qui! regole lotteria imperiale

Genova può, a buon diritto, fregiarsi dell´appellativo di patria del gioco del lotto. In verità sull’argomento esistono diverse tesi e teorie ma la più accreditata è proprio quella che vede nascere il progenitore del gioco a Genova nei primi anni del 1500.

Nel 1539 sappiamo per certo che fu emanato un decreto secondo cui “non sia persona alcuna, che osi o presuma fare simili partiti o scommesse ne prendere ne dar danari per tale causa, ne fare alcuna scommessa sopra le elezione degli Illustrissimi Duci Conservatori in qualsiasi modo sia secreto o palese, dirette o indirette sotto qual vocabolo o condizioni si voglia, sotto pena di scudi duecento, e ogn’altra pecuniaria e corporale in arbitrio della Signoria”.

Questo preciso divieto è la prova lampante che già nel 1539 esisteva un sistema di scommesse collettive legato all’elezione dei magistrati chiamati periodicamente a sorteggio a far parte del Senato della repubblica genovese. In realtà a Genova esistevano già alcuni giochi legati ad accadimenti naturali o civili. Si poteva così giocare al “Biribis” (il cui premio era di sessanta volte la posta), ai “Montelli”, alle “assicurazioni marittime”.

Inizialmente queste forme antenate del gioco del lotto erano semplici scommesse tra privati cittadini. Non per questo per il Governo genovese restò inerte di fronte al proliferare di queste nuove attività ludiche. Esistono infatti almeno tre editti, uno del 1617, uno del 1619 ed uno del 1627, che vietarono espressamente ogni forma di scommessa tra cittadini e citavano diverse volte questi giochi. Nonostante dette proibizioni, i più scaltri ed esperti scommettitori trasformarono la loro passione in una lucrosa quanto illegale attività economica, iniziando a tenere il banco.

Apparve così il “Gioco del Seminario” (detto anche del “Seminajo”), che tra l´altro aveva il merito per i giocatori di riconoscere premi in misura più elevata di quelli concessi dalle altre forme embrionali di gioco in vigore in quel momento. Un altro vantaggio che sembra avesse il “Gioco del Seminario” rispetto agli altri giochi allora in vigore, era dato dal “Monte delle scommesse”.

Si trattava di un sistema automatico di capitalizzazione che consentiva di dare sempre maggiori premi al vincitore. Quando i nomi estratti non erano tra quelli indicati dal popolo, che evidentemente scommetteva sempre sui “maggiorenti”, gli introiti venivano accumulati in una cassa (detta appunto “monte delle scommesse”) ed assegnato in occasione dell´estrazione successiva. Questo sistema ci fa pensare al fatto che le vincite fossero assegnate non in base a quote fisse, come è oggi il lotto, ma in base al sistema più sicuro per il gestore, ma meno invitante per il giocatore, del montepremi.

Il nome “del seminario” derivava da quello con cui il popolo chiamava il contenitore in cui venivano imbussolati i centoventi nomi dei cittadini più in vista della potente repubblica marinara. Tra questi venivano estratti cinque nomi che entravano a far parte del Senato. Per gli altri comuni mortali l´occasione era troppo ghiotta per non essere presa al balzo.
Genova può, a buon diritto, fregiarsi dell’appellativo di patria del gioco del lotto. In verità sull’argomento esistono diverse tesi e teorie ma la più accreditata è proprio quella che vede nascere il progenitore del gioco a Genova nei primi anni del 1500. Nel 1539 sappiamo per certo che fu emanato un decreto secondo cui “non sia persona alcuna, che osi o presuma fare simili partiti o scommesse ne prendere ne dar danari per tale causa, ne fare alcuna scommessa sopra le elezione degli Illustrissimi Duci Conservatori in qualsiasi modo sia secreto o palese, dirette o indirette sotto qual vocabolo o condizioni si voglia, sotto pena di scudi duecento, e ogn’altra pecuniaria e corporale in arbitrio della Signoria”.

Questo preciso divieto è la prova lampante che già nel 1539 esisteva un sistema di scommesse collettive legato all’elezione dei magistrati chiamati periodicamente a sorteggio a far parte del Senato della repubblica genovese. In realtà a Genova esistevano già alcuni giochi legati ad accadimenti naturali o civili. Si poteva così giocare al “Biribis” (il cui premio era di sessanta volte la posta), ai “Montelli”, alle “assicurazioni marittime”.

Inizialmente queste forme antenate del gioco del lotto erano semplici scommesse tra privati cittadini. Non per questo per il Governo genovese restò inerte di fronte al proliferare di queste nuove attività ludiche. Esistono infatti almeno tre editti, uno del 1617, uno del 1619 ed uno del 1627, che vietarono espressamente ogni forma di scommessa tra cittadini e citavano diverse volte questi giochi.
Nonostante dette proibizioni, i più scaltri ed esperti scommettitori trasformarono la loro passione in una lucrosa quanto illegale attività economica, iniziando a tenere il banco.


Il giuoco del Seminajo

Storia del lotto

Apparve così il Giuoco del Seminajo , che tra l´altro aveva il merito per i giocatori di riconoscere premi in misura più elevata di quelli concessi dalle altre forme embrionali di gioco in vigore in quel momento. Un altro vantaggio che sembra avesse il Gioco del Seminario rispetto agli altri giochi allora in vigore, era dato dal “Monte delle scommesse”.

Si trattava di un sistema automatico di capitalizzazione che consentiva di dare sempre maggiori premi al vincitore. Quando i nomi estratti non erano tra quelli indicati dal popolo, che evidentemente scommetteva sempre sui “maggiorenti”, gli introiti venivano accumulati in una cassa (detta appunto “monte delle scommesse”) ed assegnato in occasione dell´estrazione successiva. Questo sistema ci fa pensare al fatto che le vincite fossero assegnate non in base a quote fisse, come è oggi il lotto, ma in base al sistema più sicuro per il gestore, ma meno invitante per il giocatore, del montepremi.

Il nome “del seminario” derivava da quello con cui il popolo chiamava il contenitore in cui venivano imbussolati i centoventi nomi dei cittadini più in vista della potente repubblica marinara. Tra questi venivano estratti cinque nomi che entravano a far parte del Senato. Per gli altri comuni mortali l´occasione era troppo ghiotta per non essere presa al balzo.
Le scommesse si arricchirono proprio in virtù delle accresciute combinazioni rese possibili dal maggior numero di nomi estratti. L’urna del “seminario”, proprio perché legata al potere delle Repubblica, fu identificata dal popolo come un simbolo legato al vecchio regime, tanto che, in occasione della costituzione di un governo democratico appoggiato dalla Francia, venne poi bruciata in piazza dell’ Acquaverde il 14 giugno 1797. L’onda della rivoluzione francese toccò anche il gioco del lotto.

L’aggressività del nuovo gioco prese di contropiede il Governo che fu costretto a ricorrere a nuove forme di repressione. In un editto si legge che qualsivoglia persona che frà otto giorni prossimi alla pubblicazione denonciando o manifestando all´illustrissimo Palazzo o ad una Ecc.ma Segretaria i nomi di quei che hanno fatto sponsioni scommesse, o dato promesso, scommesso preso, è giocato sopra delle estrazioni insieme con la somma giuocata – conseguirà l´impunità del fatto o, contravvanzione e di più haverà la repetittione di tutto quello che havesse perduto….

Nonostante queste prove di forza, il Governo non riuscirà mai ad intaccare seriamente l´incremento del gioco. Così in data 22 settembre 1643 i Serenissimi Collegi fecero un clamoroso dietro-front, anche perché le finanze pubbliche erano in gravi difficoltà. Secondo documenti ancora in nostro possesso sembra che alla data del 1641 la repubblica di Genova avesse un deficit di oltre mezzo milione di lire genovesi dovuto essenzialmente ai debiti contratti per la costruzione delle poderose fortificazioni cittadine.

Su proposta della Camera, l´organo statale che curava la buona salute delle finanze, i Serenissimi Collegi decisero di appaltare il gioco, ribadendo nel contempo l´assoluto divieto di effettuare privatamente raccolte e giocate. Questa data segna la nascita ufficiale del gioco del lotto legale. Nel marzo del 1644 fu assegnato l´appalto per la gestione del gioco del lotto che continuò a chiamarsi giuoco del seminario. Ad aggiudicarsi la gara fu una società composta da quaranta concessionari (che appunto si chiamava “società dei quaranta”) per un prezzo annuo di 58 mila lire.

I giocatori potevano puntare sull’estratto semplice, sull’estratto determinato (il primo nome eletto in ordine di estrazione), sull’ambo e sul terno. La ricevuta che veniva consegnata al giocatore a riprova dell´avvenuta giocata, si chiamava “firma”. Dal punto di vista civile aveva un grande valore in quanto per il pagamento della “firma”, al pari dei “pagherò” e delle “cambiali”, era prevista una forma di esecuzione privilegiata detta “esecuzione parata”. In verità i nomi imbussolati non erano mai 120 ma subivano una certa oscillazione in base al numero effettivo dei candidati.

Si rendevano inoltre spesso necessarie alcune “estrazioni straordinarie” finalizzate a scegliere i nuovi membri senatoriali resi vacanti per morte o impedimento. Il nuovo gioco, a seguito della liberalizzazione e della conseguente regolamentazione, ebbe nel tempo un successo clamoroso tanto che le giocate provenivano da ogni parte d’Italia.

Ne è prova il dato degli introiti ricavati dal gioco del Seminario che registrò una forte impennata negli anni seguenti alla proibizione del gioco in Roma decretata nel 1696 da Papa Innocenzo XII. I sudditi del potere temporale della chiesa, non potendo più giocare sul lotto di Roma, spostarono le loro scommesse su quello di Genova.

Fonte: http://www.sognolotto.it/press/

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