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Scelte di gioco

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Scelte di gioco

Riprendiamo un commento pubblicato sul sito presso il link http://www.lottogazzetta.it/17/07/2014/su-una-cinquina-per-ambo-a-ruota/  e rispondiamo con un post di interesse generale.

Sig. (pompiere) Pinna buonasera, grazie innanzitutto per la Sua nuova lezione (anche se ha raffreddato il mio entusiasmo per la cinquina pentagonale), però è meglio conoscere bene ciò che si sta facendo per non incorrere in brutte sorprese.

A questo punto però mi ha scatenato dentro una miriade di quesiti che troverebbero la loro esplicazione solo a voce e disponendo di un bel po’ di tempo. Cercherò di riassumerne almeno una parte. Anni fa (quando ho cominciato ad interessarmi al gioco del lotto) era il momento dei gemelli a Cagliari, e discutendo con mio fratello ricordo che lui sosteneva (da neofita pure lui) che l'ottina in questione avrebbe potuto comportarsi da eterogenea, raggiungendo traguardi allucinanti.

A questo punto mi chiedo: quanto sono credibili le formazioni ordinate che in un secolo e mezzo non hanno mai raggiunto, tranne forse in rarissimi casi che non conosco, dei ritardi paragonabili alle eterogenee?

Se si ripresentasse in qualche ruota l'ottina gemellare con un ritardo di 140 estrazioni, magari preceduto da qualche ritardo sostanzioso, sarebbe da giocare con il batticuore (giocando naturalmente puntate sostenibili) o con la QUASI certezza di vincita in tempi brevi?

Come si sceglie una formazione che dia esito favorevole (ogni studioso ha magari i suoi punti di forza che non si riducono certamente al solo ritardo cronologico, anche se ha la sua valenza)?

Capisco che questo argomento avrebbe bisogno di una "lectio magistralis", però sono sicuro che se avrà un po' di tempo potrà fornircene un riassunto, che non potrà fare che bene agli amici del Sito.

Grazie e alla prossima.  Roberto Barattini

 

Premettendo che non voglio insegnare niente a nessuno, bensì chiarire solo alcuni punti di vista, le questioni che Lei mette sul tavolo hanno da sempre scatenato discussioni tra i vari studiosi, senza però trovare mai una via che soddisfacesse le parti.

Prima di cercare di rispondere, desidero però fare come Marzullo, ovvero: “Si faccia una domanda e si dia una risposta”

La domanda è la seguente: “Esistono sostanziali differenze tra formazioni numeriche ordinate e formazioni numeriche eterogenee?”

Se ci soffermiamo al solo aspetto visivo, e simmetrico, siamo portati ad affermare che c’è una bella differenza, sia nella costruzione che nella composizione dei numeri che compongono queste formazioni. Questa affermazione, però, è limitata solo ai due aspetti citati, ovvero a quello visivo e a quello simmetrico.

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Prendiamo ad esempio la terzina gemellare 11.22.33. Tutti, di primo impeto, siamo portati a dire che ci troviamo davanti a una terzina formata da numeri gemelli e diamo per scontato di avere difronte una formazione numerica ordinata.

Orbene se questo è vero, come classifichiamo la terzina 65.76.87?

A prima vista dobbiamo ammettere che, apparentemente, si tratta di una terzina eterogenea, ma ad un esame più approfondito possiamo affermare che si tratta di una terzina di distanza 11, e formata da elementi numerici che, consecutivamente tra loro, sono di radice 2, 4, 6 (figura).

 La terzina 11.22.33, non ha forse le stesse identiche caratteristiche?

Certo che sì. E perché allora in un caso parliamo di formazioni ordinate e nell’altro di formazioni eterogenee?

La risposta è da ricercarsi nei primi approcci degli studiosi verso questo gioco. Rifacendoci, ad esempio, a Pitagora e alla sua famosa tavola, possiamo già intravedere in essa un ordinamento naturale e nello stesso tempo simmetrico dei numeri in essa contenuti.

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Letta in orizzontale che in verticale, troveremo che in numeri disposti sulle righe distano tra loro di 1, di 2, di 3 unità ecc.

Se poi ordiniamo i 90 numeri del lotto in una tabella dall’aspetto identico, ma suddivisa in 9 righe di dieci spazi, avremo visivamente le decine naturali in orizzontale, mentre in verticale osserveremo le cadenze.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
31 32 33 34 35 36 37 38 39 40
41 42 43 44 45 46 47 48 49 50
51 52 53 54 55 56 57 58 59 60
61 62 63 64 65 66 67 68 69 70
71 72 73 74 75 76 77 78 79 80
81 82 83 84 85 86 87 88 89 90

Ed è proprio da questa semplificazione visiva, e comprensibile da tutti, che gli studiosi antichi hanno iniziato a suddividere i numeri da giocare al lotto.

Essendo le formazioni numeriche ordinate osservabili, proprio in virtù della loro quantità limitata, a differenza delle infinite quantità possibili con quelle eterogenee, da sempre la maggiore attenzione si è limitata solo a quelle ordinate.

Ragionando in piccolo possiamo dire, e sappiamo, che un singolo numero ha tardato, per la sorte di estratto, un massimo di 204 concorsi in una ruota, e che pertanto è ragionevole aspettarsi ritardi che rientrano nella media di quelli sino ad ora registrati, ma in questo ragionamento ben pochi tengono conto che stiamo osservando 5 possibilità sulle 90 possibili (1/18).

Ampliando il discorso all’ambo avremo 10 possibilità su 4005 (1/400,5).

Naturalmente andando più in su con le combinazioni avremo altri dati e altre possibilità, ma soffermandoci, ad esempio, all’ottina dei gemelli da Lei prima introdotta, possiamo fare la seguente considerazione.

Essendo l’ottina formata dai soli numeri, concorrenti al gioco del lotto, che presentando due cifre della stessa radice uguali, possiamo dire che soltanto una sola ottina corrisponde a questo criterio di simmetria, rispetto ai 77 miliardi e 515.521.435 milioni di ottine componibili con tutti e 90 i numeri.

Questo cosa vuole significare, che solo l’ottina gemellare ha una sua simmetria e le altre no?

Ovviamente sappiamo bene che per ciascuna ottina componibile con i 90 numeri è possibile dare vita a altre ottine simmetriche che rispettino determinate caratteristiche, ma questo dipende dall’imput che lo studioso gli impone.

In verità, se proprio vogliamo dirla tutta, siamo ciechi e ci è preclusa una vista a 360° perché siamo portati, per motivi di semplicità, ad osservare una sola unicità (l’ottina dei gemelli) e a scartare tutto quanto il resto.

Tanto per restare in tema prendiamo ad esempio la terzina 19.29.39.

Se la osserviamo visivamente pensiamo subito si tratti di una terzina con caratteristiche simmetriche.

Quindi, per questo motivo, dovremmo essere portati a considerarla come valida per un gioco a breve attesa, quando il suo ritardo per una specifica sorte si avvicina al suo precedente storico.

Ma allora come la mettiamo se ora dico che questa terzina, dall’istituzione delle 10 ruote a oggi, non ha mai realizzato il terno in nessuna delle ruote del lotto?

Concludendo, perché ci sarebbe da parlare per intere giornate tirando anche in ballo la probabilità, ma il discorso diventerebbe tedioso, e interessante solo per tre o quattro persone, penso di avere risposto alla Sua prima parte di domande.

Ora veniamo al punto vero della questione.

E’ opportuno giocare combinazioni che presentano tali caratteristiche e in cui il ritardo si appresta o ha addirittura superato il precedente storico?

Penso che si, sia opportuno giocarle se si ha la coscienza reale di cosa si stia giocando e facendo, perché il giocatore che conosce e sa a cosa va incontro, nel momento stesso in cui fa la sua puntata, si rende conto di aver già perso i soldi della puntata.

Gli resta la speranza di vincere, che sarà conseguentemente grande quanto la voglia e la possibilità di portare avanti il gioco, sin quando questo non si risolverà con un esito felice.

Sappiamo tutti bene, però, che la pazienza, la costanza, la tenacia nel gioco sino alla sua conclusione, è una virtù che hanno solo i forti con forti capitali.

La “quasi” certezza da Lei citata è un’utopia che preferisco lasciare ad altri e mi limito a dire che, secondo la mia esperienza, in questo gioco si può vincere, dove vincere non vuole significare fare il botto, ma semplicemente accontentarsi di piccoli utili disponendo, però, sempre di un piccolo capitale che garantisca il gioco sino alla sua conclusione.

Forse non l’avrò soddisfatta completamente e forsanche delusa, ma tenga conto che la realtà non è mai quella che noi vorremmo che sia, bensì è quella che immancabilmente ci accorgiamo che è, solo dopo essercene resi conto.

Ed è proprio sul concetto di questa consapevolezza che concludo con una frase di Osho.

La verità è semplicissima, ed è proprio a causa di questa sua semplicità che non la guardi. Devi imparare, devi diventare consapevole di questa semplicità, di questa ovvietà che caratterizza il Vero.

 

Indicazioni di gioco dall'estrazione del lotto di oggi 19/07/2014

Terzina per ambo 04.10.88 Napoli e Palermo e Tutte

 

 

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Un commento

  1. Sig. Pinna grazie,non mi ha certamente deluso,anzi,mi ha sorpreso che un uomo di "NUMERI" ,che ritenevo probabilmente a torto,molto razionale come la statistica con tutto ciò che ne consegue (non sarebbe stato in ogni caso una colpa) possa citare OSHO.  Saluti e alla prossima.  Roberto Barattini

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