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Sant’Ignazio di Antiochia Santo del giorno per il 17 ottobre

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Sant’Ignazio di Antiochia

Santo del giorno per il 17 ottobre

(dc 107)

Storia di Sant’Ignazio di Antiochia

Sant’Ignazio, vescovo di Antiochia, era discepolo di San Giovanni Evangelista. Credendo che la Chiesa sulla terra dovrebbe assomigliare a quella della Gerusalemme celeste di cui San Giovanni ha scritto nella sua Apocalisse, ha stabilito il canto in cori nella sua chiesa ad Antiochia, dopo una visione dei cori celesti che hanno cantato in quel modo. 

Quando l’imperatore Domiziano perseguitò la Chiesa, Sant’Ignazio ottenne la pace per il proprio gregge tramite il digiuno e la preghiera, sebbene per parte sua egli desiderasse soffrire con Cristo e dimostrare di essere un perfetto discepolo.

Gli imperatori romani visitarono spesso Antiochia, una delle città di prima importanza dell’impero. Nel 107, l’ottavo anno del regno dell’imperatore Traiano, arrivò ad Antiochia e costrinse i cristiani a scegliere tra l’apostasia e la morte. 

Sant’Ignazio, che aveva già governato quella chiesa per quaranta anni, continuò a fortificarlo contro l’apostasia, e non fuggì. Arrestato e portato davanti all’imperatore, quest’ultimo si rivolse a lui: Chi sei, povero diavolo, per impostare i nostri comandi in nulla? Non chiamare povero diavolo, rispose Ignazio, colui che porta in sé Dio. 

E quando l’imperatore gli chiese cosa volesse dire con ciò, Ignazio gli spiegò che portava nel suo cuore Cristo, crocifisso per causa sua. Cambia le tue idee e io ti renderò un prete del grande Giove, e sarai chiamato padre’ dal Senato. 

Cosa potrebbero importarmi di tali onori, un sacerdote di Cristo, che gli offri ogni giorno un sacrificio di lode e sono pronto ad offrirmi anche a Lui? A cui? A quel Gesù che fu crocifisso da Ponzio Pilato? Sì, e con chi il peccato è stato crocifisso, e il diavolo, il suo autore, è stato sconfitto.

Le domande e le risposte coraggiose continuarono per un certo tempo quel giorno e anche il successivo. Sant’Ignazio disse: “Non voglio sacrificare; Non temo né tormenti né morte, perché desidero andare rapidamente a Dio. 

Allora l’imperatore lo condannò a essere fatto a pezzi da animali selvaggi a Roma. Sant’Ignazio benedisse Dio, che lo aveva onorato, legandolo nelle stesse catene di Paolo, il suo apostolo. 

Quando il suo popolo pianse, disse loro di mettere la loro speranza nel sovrano Pastore, che non abbandona mai il suo gregge. Passando per la città di Smirne, ha esortato i fedeli, che erano addolorati per il suo destino, a rimanere fedele a Cristo fino alla morte, e ha dato ad alcuni di loro che stavano andando a Roma una lettera per i cristiani della capitale del cristiano mondo. 

Questa lettera è ancora esistente. Scrive: temo la tua carità, Temo che tu abbia un affetto troppo umano per me. Potresti impedirmi di morire, ma così facendo, ti opporresti alla mia felicità. Soffri di essere immolato mentre l’altare è pronto; rendi grazie a Dio.

Se quando arrivo tra di voi dovrei avere la debolezza di avere altri sentimenti, non credermi; credi solo a ciò che ti sto scrivendo ora. Questa lettera di Sant’Ignazio ha incoraggiato tutte le generazioni di cristiani nei loro combattimenti.

Viaggiò fino a Roma, sorvegliato da soldati, e senza paura di perdere la corona del martire. 

Tre dei suoi discepoli, che lo accompagnarono e furono testimoni oculari dello spettacolo, scrissero gli atti del suo martirio: il suo volto brillava di gioia, li rassicurò quando i leoni furono liberati, dicendo: Io sono il grano di Cristo, io sarò macinato con i denti delle bestie e trasformato in farina per essere un buon pane per il mio Signore Gesù Cristo! Fu divorato dai leoni nell’anfiteatro romano. 

Le bestie selvagge non lasciarono nulla del suo corpo se non alcune ossa, che furono riverentemente custodite ad Antiochia fino alla loro rimozione, nell’anno 637, alla chiesa di San Clemente a Roma. Dopo la morte del martire, molti cristiani lo videro in visione, in preghiera a Cristo e intercedere per loro.

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Riflessione . La grande preoccupazione di Ignazio riguardava l’unità e l’ordine della Chiesa. Ancor più grande era la sua volontà di subire il martirio piuttosto che rinnegare il suo Signore Gesù Cristo. Non attirò l’attenzione sulla propria sofferenza, ma sull’amore di Dio che lo rafforzò. Conosceva il prezzo dell’impegno e non voleva rinnegare Cristo, nemmeno per salvare la propria vita.

Chiedi a sant’Ignazio di ottenere per te la grazia di trarre profitto da tutto ciò che devi soffrire e rallegrandoti in esso come mezzo di somiglianza con il tuo Redentore crocifisso.

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