San Martin de Porres Santo del giorno per il 3 novembre

Gino Pinna 03/11/2018

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San Martin de Porres

Santo del giorno per il 3 novembre

(9 dicembre 1579 – 3 novembre 1639)

La storia di San Martin de Porres

“Padre sconosciuto” è la fredda frase legale usata a volte nei registri battesimali. “Mezzosangue” o “souvenir di guerra” è il nome crudele inflitto da quelli di sangue “puro”.

Come molti altri, Martin potrebbe essere diventato un uomo amaro, ma non lo fece. Si diceva che anche da bambino donava il suo cuore e i suoi beni ai poveri.

Era figlio di una donna liberata di Panama, probabilmente nera, ma forse anche di origine indigena, e un nonno spagnolo di Lima, in Perù.

I suoi genitori non si sono mai sposati. Martin ha ereditato le caratteristiche e la carnagione scura di sua madre. Questo ha infastidito suo padre, che finalmente ha riconosciuto suo figlio dopo otto anni.

Dopo la nascita di una sorella, il padre abbandonò la famiglia. Martin è stato allevato in povertà, rinchiuso in un basso livello della società di Lima.

Quando aveva 12 anni, sua madre lo apprendeva da un barbiere-chirurgo. Martin ha imparato a tagliare i capelli e anche a disegnare il sangue – una cura medica standard – a curare le ferite ea preparare e somministrare i farmaci.

Dopo alcuni anni in questo apostolato medico, Martin chiese ai Domenicani di essere un “aiutante laico”, non sentendosi degno di essere un fratello religioso. Dopo nove anni, l’esempio della sua preghiera e penitenza, carità e umiltà, ha portato la comunità a chiedergli di fare una professione religiosa completa.

Molte delle sue notti furono spese in preghiera e pratiche penitenziali; i suoi giorni erano pieni di cura dei malati e di cura dei poveri. È stato particolarmente impressionante il fatto che abbia trattato tutte le persone indipendentemente dal loro colore, razza o stato.

Fu determinante nella fondazione di un orfanotrofio, si prese cura degli schiavi portati dall’Africa e gestì l’elemosina quotidiana del convento con praticità e generosità. Divenne il procuratore sia per il priorato che per la città, che si trattasse di “coperte, camicie, candele, caramelle, miracoli o preghiere! “Quando il suo priorato era in debito, disse:” Sono solo un povero mulatto. Vendetemi Sono di proprietà dell’ordine. Vendimi. ”

Accanto al suo lavoro quotidiano in cucina, lavanderia e infermeria, la vita di Martin rifletteva i doni straordinari di Dio: estasi che lo sollevavano nell’aria, luce che riempiva la stanza in cui pregava, bi-localizzazione, conoscenza miracolosa, cure istantanee e un rapporto straordinario con gli animali.

La sua carità si estese alle bestie del campo e persino ai parassiti della cucina. Scusava le scorribande di topi e ratti per il motivo che erano denutriti; teneva cani e gatti randagi a casa di sua sorella.

Martin divenne una formidabile raccolta di fondi, ottenendo migliaia di dollari per le doti per le ragazze povere in modo che potessero sposarsi o entrare in un convento.

Molti dei suoi confratelli presero Martin come direttore spirituale, ma continuò a definirsi un “povero schiavo”. Era un buon amico di un altro santo domenicano del Perù, Rosa di Lima .

Riflessione

Il razzismo è un peccato che quasi nessuno confessa. Come l’inquinamento, è un “peccato del mondo” che è responsabilità di tutti ma a quanto pare non è colpa di nessuno.

Difficilmente si può immaginare un patrono più adatto al perdono cristiano – da parte di coloro che sono discriminati – e alla giustizia cristiana – da parte dei razzisti riformati – di Martin de Porres.