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Il Santo del Giorno: 7 dicembre

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Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Il Santo del giorno

7 Dicembre

Nome: SERENA

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S.ta SERENA
Martire (epoca incerta: IV sec.)

Solo nella leggendaria Vita di S. Savino, vescovo di Spoleto si trovano brevissimi cenni sulla vita di Serena. Questa vedova avrebbe esercitato con encomiabile zelo l’amore del prossimo ed avrebbe avuto una grande venerazione per il vescovo Savino.

Testi posteriori riferiscono che subì il martirio durante la persecuzione di Diocleziano, ma sono cenni che non si discostano dalla genericità, comuni ad altri martiri.

Né di più se ne sapeva nel sec. X, quando il vescovo di Metz, Teodorico, ottenne di trasferire le reliquie nella sua sede episcopale (970), l’unica notizia che allora si aggiunse è che la santa, sepolta nel monastero di S. Savino, presso Spoleto, godeva di grande venerazione popolare. Con la traslazione delle reliquie il culto si estese anche a Metz.

 

7 Dicembre

Nome: AMBROGIO

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S. AMBROGIO
Vescovo e Dottore della Chiesa (334 o 339 – 397)

Nato a Treviri da famiglia romana già cristiana nel 339, rimase presto orfano di padre e si trasferì, ancora bambino, a Roma, con la madre e due fratelli. Nell’Urbe, Ambrogio studiò diritto e retorica, divenne avvocato e pretore.

Mandato al nord Italia, con l’incarico di governatore della Liguria e dell’Emilia, nel 374 si recò a Milano per tenere l’ordine nella città, dove era appena morto il Vescovo. Mentre si discuteva per l’elezione del nuovo Pastore, un bambino, in mezzo alla folla, gridò: “Ambrogio Vescovo!”.

Tutti, vedendo nel fatto un segno del cielo, ripeterono il grido: “Ambrogio Vescovo!”. Nessuno volle sentire le proteste della sua indegnità e incapacità. Ambrogio fu quasi costretto ad accettare l’episcopato e a diventare Vescovo di Milano.

Consacrato il 7 dicembre 374, si dedicò subito allo studio della Sacra Scrittura, dei Padri della Chiesa, delle esperienze pastorali degli altri Vescovi e rapidamente diventò così colto e versato nella scienza di Dio, da meritarsi una grandissima stima durante il suo governo e da essere, dopo la sua morte, annoverato tra i dottori della Chiesa.

Nel tempo, in cui la società romana veniva disgregandosi, egli lottò contro il paganesimo, contro l’arianesimo che negava la divinità di Cristo, contro i soprusi dei potenti, persino dell’imperatore Teodosio, al quale, essendosi macchiato di un delitto, impedì di entrare in chiesa.

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Si impegnò per ricostruire la vita dei singoli e della società sul messaggio cristiano: vero innamorato di Cristo, forse il più “cristocentrico” dei Padri della Chiesa, con la preghiera, la celebrazione solenne e austera della Liturgia e del canto sacro ( a lui si deve il “rito ambrosiano”), con la predicazione e la catechesi, con l’amministrazione saggia della sua diocesi, con il consiglio ai suoi preti e ad altri confratelli Vescovi, contribuì in modo decisivo alla conversione di numerosi fratelli alla fede, alla ricostruzione della società sul Vangelo di Cristo.

La più famosa conversione a lui dovuta è quella di Agostino di Tagaste, che poi diventò Vescovo di Ippona e grande dottore della Chiesa. Morì ancora in buona età il 4 aprile 397, diventato un modello di pastore e di dottore per tutta la Chiesa.

 

I numeri di oggi sono:

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