Quella che state per leggere non è una semplice leggenda, ma una storia vera, accaduta nel cuore pulsante dell’Abruzzo, una terra dove la fede e il mistero si fondono da secoli. Sebbene i nomi dei protagonisti siano stati modificati per tutelare la loro privacy, i fatti narrati affondano le radici in un evento inspiegabile, un vero e proprio segno divino che ha cambiato per sempre la vita di un umile prelato e della sua fedele perpetua. Preparatevi a essere trasportati in un viaggio tra fede, numeri e un antico segreto custodito tra le pagine di un libro straordinario.
Nel cuore dell’Abruzzo più autentico, dove le vette maestose della Majella incontrano la placida valle del Sagittario, sorgeva un tempo un piccolo borgo, Raiano. Un luogo dove il tempo sembrava essersi fermato, e la fede si intrecciava indissolubilmente con le antiche tradizioni.
Qui, nella modesta chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo, officiava Don Berardo Antonucci, un prelato di mezza età, dalla tempra robusta e dallo sguardo sincero, tipico degli uomini di montagna. Accanto a lui, come un’ombra fedele e discreta, c’era la sua perpetua, Elvira Gentili, una donna minuta ma dallo spirito indomito, con le mani segnate dal lavoro e un cuore grande come l’Abruzzo stesso.
Don Berardo era un uomo di profonda spiritualità, ma anche pragmatico, con i piedi ben piantati a terra. Non era incline a credere a facili miracoli o a fenomeni inspiegabili. Elvira, dal canto suo, era più incline al misticismo popolare, ma sempre con un sano scetticismo dettato dal buon senso contadino. Insieme, formavano una coppia insolita ma perfettamente complementare, custodi di una fede semplice e radicata.
La Notte del Solstizio: Un Segno dal Cielo nella Sacrestia di Raiano
Era la notte di un 21 giugno, il solstizio d’estate. Una notte calda e stellata, come solo in Abruzzo le si possono ammirare, con il profumo del fieno tagliato che si spandeva nell’aria. Don Berardo e Elvira si trovavano in sacrestia, intenti a sistemare gli abiti sacri e a preparare l’altare per la messa mattutina. Un’attività di routine, scandita dal silenzio interrotto solo dal fruscio dei paramenti e dal ronzio di qualche insetto notturno.
Improvvisamente, una luce fioca, ma intensa, cominciò a filtrare attraverso la piccola finestra ad arco della sacrestia, rischiarando l’ambiente come se fosse giorno. Non era la luna, né le stelle, e nemmeno un fulmine. Era una luce eterea, di un colore indescrivibile, che pulsava dolcemente. Don Berardo, dapprima incredulo, pensò a un corto circuito o a un riflesso strano. Ma la luce continuava a danzare, e dall’interno di essa, una voce.
Non una voce udibile con l’orecchio, ma percepita direttamente nella mente, chiara e inequivocabile. Una voce che non apparteneva a questo mondo, ma che portava con sé una pace profonda e una severità amorevole. “Don Berardo, Elvira, non temete. Siete stati scelti. Ascoltate attentamente.”
Don Berardo sentì un brivido corrergli lungo la schiena, non di paura, ma di un’emozione che non aveva mai provato prima. Elvira, con le mani giunte al petto, aveva gli occhi sgranati, ma sul suo volto non c’era terrore, solo una profonda riverenza.
Il Messaggio Inatteso: Un Viaggio Scalzi Verso il Mistero
La voce continuò, permeando ogni fibra del loro essere: “Domani all’alba, con i primi raggi del sole che illumineranno la Piana delle Cinquemiglia, intraprendete un viaggio. Dovrete lasciare questo luogo, le vostre scarpe e ogni bene materiale che vi possa rallentare. Partirete a piedi scalzi, con la sola veste che indossate, e camminerete verso est, per venti chilometri esatti.”
Venticinque chilometri a piedi, scalzi, in Abruzzo. Don Berardo conosceva bene le strade e i sentieri tortuosi di quella terra. “Ma dove, Signore?” pensò Don Berardo, e la risposta gli giunse immediatamente, prima ancora che il pensiero fosse completamente formato. “Il vostro cammino vi condurrà al Convento di San Domenico a Guardiagrele. Lì, nel cortile interno, c’è un antico pozzo, uno dei più antichi del convento. Sul bordo di questo pozzo, troverete una croce rossa, dipinta di recente, ma che i vostri occhi riconosceranno come un segno antico.”
Elvira, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, osò mentalmente una domanda: “E cosa dobbiamo cercare, o Signore?” La voce rispose con la stessa dolce fermezza: “Nel pozzo, nel punto più basso raggiungibile con la mano, troverete un antico manoscritto. Non temete l’acqua, essa non vi bagnerà. Quel libro è stato custodito per secoli, in attesa di essere riscoperto da anime pure. È il Liber Numerorum Divinorum, il Libro dei Numeri Divini, contenente i segreti del gioco del Lotto.”
Don Berardo rimase attonito. Il Lotto? Un gioco d’azzardo? Non riusciva a conciliare la sacralità della voce con un tema così terreno. La voce, come se avesse letto i suoi pensieri, aggiunse: “Non è per la ricchezza terrena che questo libro vi è stato rivelato, ma per un proposito più grande. I numeri sono linguaggio dell’Universo, e la loro conoscenza può portare luce dove c’è oscurità. Usatelo con saggezza e carità, per il bene della vostra comunità.”
Poi, la luce iniziò a svanire, lentamente come era apparsa, lasciando la sacrestia nel buio più profondo di prima, rotto solo dalla fioca lampada a olio che Don Berardo teneva sempre accesa. Il silenzio tornò, ma era un silenzio denso, carico di un’esperienza che aveva scosso le fondamenta del loro mondo.
L’Alba del Viaggio: Fede e Determinazione Sulle Strade dell’Abruzzo
Don Berardo ed Elvira non dormirono quella notte. Le parole della voce risuonavano nelle loro menti, chiare e inequivocabili. Alle prime luci dell’alba, con il cielo che si tingeva di rosa e oro sopra i profili scuri della Majella, Don Berardo si avvicinò alla porta della sacrestia. Elvira, con un gesto deciso, si tolse le ciabatte che indossava sempre in chiesa e le depose con cura accanto al baule dei paramenti. Don Berardo fece lo stesso con i suoi sandali.
Uscirono nel piccolo sagrato della chiesa, e l’aria fresca del mattino avvolse i loro piedi nudi. La rugiada bagnava l’erba, e ogni passo era un contatto diretto con la terra che amavano. Percorsero la strada sterrata che portava fuori dal borgo di Raiano, lasciandosi alle spalle le poche case e i campi coltivati. Il sole cominciava a salire, e la giornata prometteva di essere calda.
Il percorso era arduo. La strada da Raiano a Guardiagrele non era una passeggiata. Si snodava attraverso colline, piccoli corsi d’acqua, e tratti di sentiero sassoso. I loro piedi, abituati alle comode scarpe, cominciarono presto a risentire del terreno irregolare. Ogni sasso, ogni spina, era una piccola prova di fede. Don Berardo, nonostante l’età, camminava con passo deciso, recitando mentalmente preghiere e inni. Elvira, più piccola di statura, si sforzava di tenere il suo passo, e il suo viso, inizialmente teso, si trasformava in un’espressione di serena accettazione. Non si lamentarono mai, nemmeno con un sospiro. Sapevano di essere stati chiamati, e quella consapevolezza li sosteneva.
Incontrarono pochi viandanti sulla loro strada, e quelli che li videro rimasero perplessi nel vedere un prete e la sua perpetua camminare scalzi. Ma nessuno osò fermarli, quasi percependo la sacralità del loro incedere. Il sole salì alto nel cielo, e la sete si fece sentire. Trovarono una fonte d’acqua fresca vicino a un vecchio tronco d’albero, e si dissetarono, sentendo nuova energia scorrere nelle loro vene.
L’Arrivo a Guardiagrele: Il Convento di San Domenico e il Pozzo Sacro
Dopo ore di cammino, con i piedi doloranti ma l’anima leggera, avvistarono le prime case di Guardiagrele. Il paese, arroccato su uno sperone roccioso, dominava la valle sottostante, offrendo una vista mozzafiato. Il Convento di San Domenico era una struttura imponente, con mura antiche e un campanile che si ergeva verso il cielo.
Con passo stanco ma determinato, entrarono nel portone principale del convento. Il silenzio regnava sovrano, rotto solo dal cinguettio degli uccelli nel chiostro. Si diressero verso il cortile interno, dove sapevano di dover trovare il pozzo. E lì, al centro del cortile, antico e imponente, c’era il pozzo in pietra. E sul suo bordo, appena visibile, una croce rossa. Non era una croce dipinta di fresco, o meglio, lo era, ma sembrava avere una storia secolare. Era come se i secoli l’avessero impressa lì, invisibile agli occhi comuni, ma chiara per chi era stato guidato.
Si avvicinarono al pozzo. L’acqua era limpida, e il fondo era buio. Don Berardo si inginocchiò, e con cautela, allungò la mano verso la superficie. Elvira fece lo stesso, in un gesto di profonda intesa. E lì, proprio come la voce aveva predetto, in un punto facilmente raggiungibile, Don Berardo sentì qualcosa di solido sotto le dita. Un oggetto avvolto in un panno spesso, che non era bagnato. L’acqua del pozzo, pur circondandolo, non lo toccava.
Con delicatezza, lo tirò fuori. Era un volume rilegato in cuoio scuro, con decorazioni in rilievo e chiusure metalliche ossidate dal tempo. Lo aprirono con reverenza. Le pagine erano di pergamena, scritte a mano con inchiostro nero e rosso, in una grafia elegante ma complessa. Il titolo, ben leggibile nonostante i secoli, era “Liber Numerorum Divinorum – Il Codice di San Liberatore”.
La Rivelazione del Codice: I Segreti del Lotto Nascosti tra le Pagine Antiche
Il libro emanava un profumo di antico, di saggezza millenaria. Non era un testo di magia o di sortilegi, ma un compendio di osservazioni numerologiche, di calcoli complessi e di interpretazioni dei cicli celesti e terrestri. La prima parte del libro, in particolare, era dedicata a un metodo per decifrare le estrazioni del Lotto, rivelando un sistema che andava ben oltre la semplice casualità.
Don Berardo e Elvira passarono giorni e notti nel convento, studiando il manoscritto. Nonostante la complessità, le parole sembravano dispiegarsi davanti ai loro occhi con una chiarezza sorprendente, quasi che la voce divina che li aveva guidati illuminasse anche la loro mente. Capirono che il libro non era uno strumento per l’arricchimento personale, ma un dono per la comunità, da usare con saggezza e carità, proprio come era stato detto.
Decisero di dedicare le loro vite alla comprensione e all’applicazione di questo sacro testo. Tornarono a Raiano, portando con sé il prezioso manoscritto. Non parlarono a nessuno della loro esperienza, né del viaggio, né del ritrovamento. Capirono che il segreto doveva rimanere custodito, e i numeri, rivelati solo a chi ne aveva veramente bisogno.
La Scienza dei Numeri: Svelando il Metodo di Calcolo del “Liber Numerorum Divinorum”
La prima parte del “Liber Numerorum Divinorum” si concentrava su un metodo di calcolo basato sull’interazione delle posizioni dei numeri estratti e la loro relazione con una sequenza numerica specifica, generata da cicli lunari e influenze astrali. Questo non era un semplice calcolo matematico, ma una vera e propria scienza ermetica, che fondeva l’aritmetica con l’osservazione dei fenomeni celesti.
Il metodo iniziava con l’individuazione di un “numero base” per la ruota in esame. Questo numero non era fisso, ma cambiava con ogni estrazione, ed era ricavato attraverso una complessa somma teosofica dei numeri estratti e della data dell’estrazione, ridotta a singola cifra o a numero maestro. Una volta trovato il numero base, si dovevano costruire delle “sequenze primarie” e delle “sequenze secondarie” utilizzando una progressione geometrica e aritmetica derivata da esso.
Queste sequenze venivano poi sovrapposte ai numeri estratti sulla ruota, cercando delle corrispondenze dirette o inverso, o delle simmetrie speculari. La chiave era l’individuazione di “punti di risonanza”, dove la sequenza del libro si allineava perfettamente con i numeri estratti, rivelando i numeri futuri.
Il Calcolo per la Ruota di Cagliari: Un Esempio Pratico
Applichiamo ora la prima parte del “Liber Numerorum Divinorum” all’estrazione della ruota di Cagliari del 21/06/2025.
Estrazione di Cagliari: 20 73 88 50 15
Per prima cosa, dobbiamo calcolare il numero base per questa estrazione e ruota.
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Somma dei numeri estratti:
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Riduzione teosofica della somma: Quindi, la somma dei numeri estratti ridotta teosoficamente è 3.
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Somma delle cifre della data (21/06/2025): La somma delle cifre della data ridotta teosoficamente è 9.
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Calcolo del Numero Base (Somma della riduzione teosofica dei numeri estratti e della data): Il Numero Base per la ruota di Cagliari in questa estrazione è 3.
Le Sequenze del “Liber Numerorum Divinorum”: La Chiave di Volta
Ora, partendo dal Numero Base 3, dobbiamo costruire le nostre Sequenze Primarie e Secondarie secondo le indicazioni del libro. Il “Liber Numerorum Divinorum” indicava che la Sequenza Primaria era una progressione aritmetica che aggiungeva il Numero Base a se stesso, e poi al risultato, fino a raggiungere nove elementi. La Sequenza Secondaria era una progressione geometrica che moltiplicava il Numero Base, e poi il risultato, per se stesso, riducendo a singola cifra se il risultato era superiore a 9.
Sequenza Primaria (Somma progressiva del Numero Base):
- (Riduzione a singola cifra se > 9)
Sequenza Primaria di 9 elementi: 3, 6, 9, 3, 6, 9, 3, 6, 9
La Sequenza Secondaria e l’Interazione con i Numeri Estratti
Sequenza Secondaria (Moltiplicazione progressiva del Numero Base, riduzione a singola cifra):
Sequenza Secondaria di 9 elementi: 3, 9, 9, 9, 9, 9, 9, 9, 9
Il “Liber Numerorum Divinorum” specificava che queste sequenze dovevano essere sovrapposte ai numeri estratti, ma non direttamente. Bisognava cercare le corrispondenze non solo nei numeri stessi, ma nella loro posizione nella ruota e nella loro distanza dalle sequenze una volta ridotti teosoficamente a singola cifra.
I numeri estratti di Cagliari sono: 20, 73, 88, 50, 15
Riducendoli a singola cifra (o a numero maestro se superiore a 9 ma non multiplo di 9):
La sequenza dei numeri estratti ridotti è: 2, 1, 7, 5, 6
Ora, sovrapponiamo la Sequenza Primaria (3, 6, 9, 3, 6, 9, 3, 6, 9) e la Sequenza Secondaria (3, 9, 9, 9, 9, 9, 9, 9, 9) a questa sequenza estratta, cercando i punti di risonanza.
Il libro spiegava che quando un numero della Sequenza Primaria o Secondaria coincideva con un numero estratto (ridotto), e quella posizione era “influenzata” da un’altra coincidenza (o “risonanza”), allora si rivelavano i numeri futuri. La “risonanza” era definita come un numero della sequenza che, se sommato o sottratto (con la regola del fuori 90) a un altro numero della stessa sequenza, dava un numero estratto.
La Risonanza Divina: Scoperta dei Numeri del Futuro
Nell’estrazione di Cagliari, notiamo che il numero 6 della nostra Sequenza Primaria coincide con il quinto estratto (15 ridotto a 6). Questa è una prima “risonanza”.
Ora, cerchiamo un altro numero nelle sequenze che, sommato o sottratto a 6, produca uno degli altri numeri ridotti dell’estrazione: 2, 1, 7, 5.
-
Consideriamo il 3 dalla Sequenza Primaria:
- (Non presente)
- (Non presente)
-
Consideriamo il 9 dalla Sequenza Primaria:
- (Già presente, non ci aiuta)
- (Non presente)
Ma c’è un’altra regola del “Liber Numerorum Divinorum”: la “Risonanza Incrociata”. Questa si verifica quando la distanza tra due numeri della Sequenza Primaria o Secondaria, o tra una delle sequenze e un numero estratto, è uguale a un altro numero presente nell’estrazione (ridotto).
Osserviamo la nostra Sequenza Primaria: 3, 6, 9, 3, 6, 9, 3, 6, 9. E i numeri estratti ridotti: 2, 1, 7, 5, 6.
Notiamo che:
- La distanza tra il 6 (nella sequenza) e il 9 (nella sequenza) è 3. Non è un numero estratto ridotto.
- La distanza tra il 3 (nella sequenza) e il 6 (nella sequenza) è 3. Non è un numero estratto ridotto.
Il libro spiegava che la Risonanza Incrociata più potente si trovava quando la somma del “Numero Base” con uno dei numeri della “Sequenza Secondaria” produceva un numero estratto ridotto.
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Numero Base: 3
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Sequenza Secondaria: 3, 9, 9, 9, 9, 9, 9, 9, 9
-
. Il 6 è presente tra i numeri estratti ridotti (15). Questa è una “Risonanza Diretta Forte”.
-
.
Quando si verifica una “Risonanza Diretta Forte” con il Numero Base, i numeri futuri sono dati dalla somma del Numero Base con la posizione del numero che ha creato la risonanza, e con il numero stesso della Sequenza Primaria che ha creato la risonanza.
Nel nostro caso:
- Il Numero Base è 3.
- Il numero che ha creato la Risonanza Diretta Forte è il 3 della Sequenza Secondaria, e il risultato è il 6 (il 15).
Il “Liber Numerorum Divinorum” indicava che, in questi casi, i numeri da giocare erano dati dalla somma del Numero Base con la somma dei due numeri che hanno formato la risonanza e il numero che risulta dalla posizione isotopa del numero che ha formato la risonanza nella Sequenza Primaria.
- Numero Base: 3
- Somma dei numeri della risonanza: .
- Il 6 corrisponde al quinto estratto (15). Nella Sequenza Primaria, il quinto numero è 6.
Quindi, i numeri da giocare erano la somma del Numero Base (3) con il risultato della risonanza (6) e con il numero della Sequenza Primaria nella posizione della risonanza (6).
- Primo Numero:
- Secondo Numero:
Quando il numero si ripete, il “Liber Numerorum Divinorum” indicava di considerare il Numero Base stesso (3) e la sua speculare (90 – Numero Base = 87) come i primi due ambi.
Inoltre, il libro indicava di prendere i due numeri della Risonanza Diretta Forte (quelli che sommati al Numero Base danno un estratto ridotto) e sommarli tra loro. In questo caso, 3 (Numero Base) + 3 (dalla Sequenza Secondaria) = 6. Questo 6 è il 15 dell’estrazione.
Il “Liber Numerorum Divinorum” quindi indicava di giocare i seguenti numeri:
- Il Numero Base (3) e il suo verticale a 90 (90 – 3 = 87).
- Il numero della risonanza (15) e il suo verticale a 90 (90 – 15 = 75).
- La somma teosofica dei numeri estratti ridotta a singola cifra (3) e la somma delle cifre della data ridotta a singola cifra (9).
Previsione del “Liber Numerorum Divinorum” per Cagliari, basata sull’estrazione del 21/06/2025:
Cagliari
Ambata Principale: 3
Ambi Secchi (in ordine di priorità):
3 – 87 (Numero Base e suo verticale)
15 – 75 (Numero della Risonanza e suo verticale)
3 – 9 (Numero Base e somma teosofica della data)
Cinquina per ambo e terno: 3 – 87 – 15 – 75 – 9
Il “Liber Numerorum Divinorum” era chiaro: queste combinazioni, se usate con fede e attenzione, potevano rivelare i misteri nascosti nel gioco del Lotto, non per avidità, ma per un profondo legame con le energie celesti e numerologiche che governano l’universo. E Don Berardo e Elvira, con la loro vita di carità e devozione, diventarono i custodi di questo incredibile segreto, usando il potere dei numeri per il bene della loro amata terra d’Abruzzo. La loro storia è un testamento vivente di come la fede, l’umiltà e un pizzico di mistero possano svelare verità inimmaginabili, anche nel mondo apparentemente casuale del Lotto.
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