Il Lotto a Napoli: Un Legame Indissolubile

Il Lotto a Napoli è più di un semplice gioco: è cultura, tradizione e un pizzico di superstizione. Se molti pensano che sia nato proprio all’ombra del Vesuvio, la verità è che il Lotto arrivò in città più tardi rispetto ad altre città italiane.

Nel 1682, il Lotto fece la sua prima apparizione con una sola estrazione annua. Poco dopo, le estrazioni aumentarono a due o tre all’anno, ma nel 1689 il gioco venne proibito, considerato pericoloso per l’economia delle famiglie.

I napoletani dovettero attendere ben 24 anni prima di poter tornare a giocare, dimostrando che il Lotto, più che un vizio, era ormai diventato un fenomeno sociale inarrestabile.

1682-1689: Il Debutto e il Primo Grande Divieto

L’arrivo del Lotto a Napoli nel 1682 fu accolto con entusiasmo. La città, sempre affamata di novità e fortuna, si lanciò subito in questa nuova opportunità di gioco.

Tuttavia, la sua espansione preoccupò le autorità. Nel 1689, il gioco fu vietato perché ritenuto un danno per le famiglie, che spesso sacrificavano i propri risparmi nella speranza di vincere.

Il divieto si rivelò un fallimento: anziché fermare il Lotto, lo spinse nella clandestinità, dimostrando che il popolo non avrebbe mai rinunciato a questa forma di intrattenimento.

Il Ritorno del Lotto e le Prime Regolamentazioni

Dopo 24 anni di assenza, il Lotto fu reintrodotto con nuove regole per evitare eccessi e garantire entrate fiscali allo Stato.

Nel 1774, per incentivare il gioco, furono affiancate nove estrazioni a Napoli e nove a Roma. Nel 1798, tutte le 18 estrazioni furono accentrate nella città partenopea, segnando la nascita del Lotto esclusivamente napoletano.

Nel 1804, le estrazioni salirono a 24, per poi raggiungere 26 nel 1811 sotto la dominazione francese.

Il Boom del Lotto nel XIX Secolo

Nel 1817, il Lotto napoletano registrò un aumento esponenziale, arrivando a 50 estrazioni all’anno. Questo fu possibile anche grazie alla chiusura del Lotto di Palermo, che convogliò ancora più scommesse su Napoli.

Le estrazioni si tenevano ogni sabato, con una solennità quasi religiosa, nella grande sala del Palazzo della Vicaria, sede dei tribunali.

La cerimonia era pubblica: due cittadini comuni venivano scelti per assistere all’estrazione accanto alle autorità della Gran Corte dei Conti.

Lotto e Politica: Dal Regno delle Due Sicilie a Garibaldi

Nonostante le varie dominazioni, il Lotto continuò a prosperare, diventando un pilastro dell’economia napoletana.

Nel 1861, con l’Unità d’Italia, Garibaldi decretò l’abolizione del Lotto, ritenendolo un ostacolo per lo sviluppo economico del paese. Tuttavia, l’opposizione popolare fu così forte che il gioco venne presto ripristinato.

Da quel momento, Napoli divenne la capitale indiscussa del Lotto italiano, raccogliendo più giocate di qualsiasi altra città.

Perché il Lotto è Considerato un’Invenzione Napoletana?

Anche se il Lotto non nacque a Napoli, è qui che raggiunse il massimo splendore.

L’influenza della Smorfia napoletana, che associa numeri ai sogni e agli eventi della vita, ha trasformato il Lotto in una vera e propria scienza popolare.

L’idea di giocare non è mai stata vista come un semplice tentativo di vincere, ma come un rito collettivo, un modo per interpretare la realtà attraverso i numeri.